Schwartz, Joanne

Smith, Sydney <1980- >

Testo in stampato maiuscolo

Traduzione di Elena Spagnoli

Una storia minimalista che inizia con una breve affermazione “la mia casa vede il mare” e con illustrazioni semplici di un paesaggio di mare, di una cucina con porta-finestra affacciata sul mare con i resti di una colazione sul tavolo, mentre un uomo saluta la moglie che gli porge il cestino del pranzo per la nuova giornata e poi si avvia insieme con altri uomini per raggiungere il posto di lavoro. È un ragazzo che parla: “Mio padre è un minatore e lavora sotto il mare, laggiù, nel profondo delle miniere di carbone” e ci introduce nella realtà del racconto che procede su un doppio binario: uno superficiale in cui si svolge la vita del ragazzo che gioca con un suo amico, aiuta la sua mamma, va a visitare la tomba del nonno, che ha scelto di riposare all’aperto di fronte al mare, con in testa il pensiero del padre in miniera, e uno profondo, sotto il livello del mare, dove si estendono le grotte della miniera di carbone, in cui tutti gli uomini lavorano come i loro padri e dove lavoreranno i loro figli. Le tavole illustrate a doppia pagina alternano ariose immagini colorate con una monotona minacciosa rappresentazione delle gallerie, piene di minatori, ricoperte dal fondo del mare. Sfogliando le pagine appare evidente il contrasto tra il mondo tranquillo del bambino che sta sopra il mare, e la realtà della miniera che assorbe l’attività del padre e, comunque, resta sempre presente nei pensieri del figlio che prende coscienza del destino cui è legato,che peraltro sembra accettare come ineluttabile.È una storia avvincente che tuttavia ha bisogno della mediazione degli adulti che possano spiegare ai bambini le condizioni del “normale” lavoro necessario per l’estrazione del carbone, che ha condizionato la vita dei paesi in cui si trova tale risorsa energetica.